Quasi un anno e mezzo. Quasi un anno e mezzo a sentir parlare di Covid-19, un anno e mezzo vissuto tra mille contraddittorie emozioni, tra paure ed ossessioni, momenti di vero sconforto ed anche tanti momenti in cui ci si è chiesti se davvero tutto questo fosse reale, talmente sembrava assurdo.

Un anno e mezzo di attenzioni, mascherine, plexiglass, disinfettanti che seccano le mani…. E poi?

E poi, proprio quando pensi di averla scampata, quando vedi la luce in fondo al tunnel, quando dici “dai, ci è andata bene”, quando pensi che manca poco e tornerai a vivere….ecco che zac!, “mamma, abbiamo preso il covid”.

Voi capirete bene, che dopo tutto questo tempo, in cui comunque anche il più forte tra noi ha subito qualche contraccolpo emotivo e psicologico – non foss’altro che per lo stress della reclusione forzata, delle limitazioni e delle regole a volte insensate – scoprire di essere positivi al virus è a dir poco frustrante, ti fa cadere le braccia e dire qualche parolaccia qua e là (ripetutamente durante il giorno).

Ebbene sì, anche noi, famiglia con un bimbo disabile, considerato nella categoria dei “fragili”, noi che avremmo potuto metterci in lista per il vaccino dei caregiver, noi che spavaldi andavamo in giro gridando “dai che tra poco ne usciamo”….anche noi lo abbiamo preso. E adesso che ne siamo usciti, possiamo dirlo serenamente.

Sono stata io a prenderlo, probabilmente al lavoro. Poi a ruota, tutta la famiglia.

E non mi sono lasciata mancare nulla, proprio nulla, nemmeno la bombola dell’ossigeno! Ma per fortuna, con l’aiuto della nostra Angel-Zia Claudia (mia sorella), medico in terapia semi-intensiva all’ospedale di Borgomanero (NO), sono riuscita a curarmi a casa. Sono stata davvero molto molto male. Tosse, desaturazione, febbre, nausea…..insomma, una vera schifezzuola.

Fortunatamente, lui, il “fragile” di casa, Giorgino, si è fatto il virus da completo e totale asintomatico. Lui, che alle volte lecca anche le suole delle scarpe, evidentemente ha degli anticorpi da cavallo.

Bene, direte voi! Certo, MOLTO bene.

Ovvio, però, la maggior parte di voi non può nemmeno immaginare cosa possa significare restare in quarantena, chiusi in casa e malati (non come lo scorso anno a cantar Diodato dai balconi e a far bruciare torte nel forno…) con un Giorgino (bambino nello spettro autistico) che sta bene, non capisce perché debba restare chiuso in casa, e vorrebbe h24 :

  • Giocare ✅
  • Mangiare ✅
  • Saltare ✅
  • Fare la lotta ✅
  • Suonare il piano ✅
  • Giocare a macchinine ✅
  • Giocare a calcio ✅
  • Uscire ✅
  • Lanciare cuscini ✅
  • ….. ✅

No, non credo che possiate nemmeno immaginare cosa significhi essere attaccati alla bombola dell’ossigeno ed avere un rompiballe così sempre addosso, ma intendo fisicamente addosso, sdraiato sopra di voi a darvi baci ed a lisciarvi i capelli.😊

Non so se sia stato più difficile sopportare il virus o questa roba qui. Ed il tutto senza nessuno che potesse venire in casa a darci una mano. Da soli.

Ecco, questa è una delle cose peggiori del covid, forse la peggiore, quella sensazione di abbandono, di isolamento totale, di distacco dal mondo, la sensazione che tutti abbiano paura di te, perché sei un untore contagioso, un appestato.

D’altro canto però, vedendo sempre io il lato positivo delle cose, sono convinta che proprio un bambino come Giorgio sia stato la nostra Gioia in questo periodo.

Senza di lui sarebbe stato un vero mortorio! Avremmo pensato solo e soltanto alle nostre malattie, ai nostri sintomi, a tutte le sfighe mondiali….. ecco, con lui è stato impossibile.

Per lui devi essere sempre smart, sul pezzo, reattiva, spiritosa, simpatica e soprattutto equilibrata, se non vuoi diventare matta…. 😊

E lì ho capito anche perché vaccinano i caregiver dei ragazzini come Giorgio : non solo per non contagiare loro, i bambini cosiddetti fragili, ma perché noi non possiamo permetterci di stare male, non abbiamo nemmeno questo diritto, perché le nostre antenne devono sempre stare alzate, tutto il giorno, perché appena ti rilassi un secondo sul divano, vedi passare sopra la tua testa qualche oggetto non identificato che tuo figlio sta lanciando al cane, e appena ti sdrai sul letto per dormire lui arriva e fa prima la capriola poi si mette a saltare. Vietato ammalarsi.

“Mamma, abbiamo il covid”.

Ebbene sì, abbiamo avuto il covid. Ma lo abbiamo superato. Non lo vogliamo assolutamente prendere più, MAI PIU’. Ma ci è sicuramente servito per crescere e diventare ancora più forti e pazienti (nel caso ce ne fosse ancora bisogno).

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